lo sguardo vaga e la mente sogna
Piz Roseg
Pizzo Tremogge, Pizzo Malenco e Sassa D'Entova
Marco Rosa e Bernina
se dobbiamo andare bisogna partire subito..
Basta uno sguardo...tra amiche ci si capisce subito e in meno di due minuti
gli zaini sono in spalla, gli scarponi ai piedi
e si parte...
Si aggrega da qui in poi l'unico umano trovato lassù,
Sergio che ci terrà compagnia fino alla macchina
il suo aiuto sarà molto importante nella discesa dalle bocchette
stavolta non possiamo fare la via normale estiva,
dalle pareti scendono ancora numerose valanghe.
scendiamo quindi fino alla base dell'altopiano
su cui poggia la Marinelli e ravaniamo
alla ricerca della traccia di salita.
Calzate ghette e ramponi si parte.
Affondiamo un pò solo nei primi metri
poi la neve ritorna bella compatta e si sale molto velocemente
Anouk se la gode,
a lei che soffre molto il caldo non sembra vero di stare immersa nella
neve.
Sotto le cornici di neve ci osservano curiosi
i padroni incontrastati di queste montagne.
Seguiamo agevolmente l'ampia traccia,
ora anche Anouk sale più lentamente e inizia a sentire la quota.
passo passo le bocchette si avvicinano
le nuvole ci regalano attimi coreografici
ed eccoci arrivati,
Eloisa fa da apripista.
Arrivati lassù ci rendiamo conto che la cornice di neve è
bella alta.
le catene son praticamente sommerse dalla neve,
due scatti veloci e ripartiamo.
ora bisogna decidere dove far passare Anouk,
provvidenziale è l'aver comprato un cordino da 5mt per parancarla
quando serve.
Lo splendido vallone verso il Rifugio Bignami
e un'ultimo saluto alla Marinelli
dopo il primo salto roccioso, un'esile traverso di neve.
poi rocce
e ancora neve.
uno alla volta siamo fuori dal pezzo più ostico.
da qui in poi è una splendida camminata.
guardo questa vallata ricoperta di neve
e immagino come doveva essere bello quando era tutto un ghiacciaio.
in alcuni punti, dove ci sono ancora mt di neve,
riescono ad aprirsi dei mini crepacci....
quanto è bella la natura, appena ha la possibilità di tornare
com'era
non perde occasione per farlo e per ricordarci che,
nonostante gli umani la maltrattino,
lei rimane immutata nei secoli
Da qui si intravede il rifugio
l'ultimo quarto d'ora per raggiungerlo
è su prati pieni di genziane,
qui è arrivata ora la primavera.
Dopo aver dato un'occhiata da lontano al Rifugio
e aver visto la quantità di gente che c'è
decidiamo di fermarci in un punto panoramico
e di goderci pane e formaggio nel silenzio assoluto.
Una breve pennichella
e si riparte, in meno di un'ora siamo alla diga..
Dopo una giornata senza incontrare nessuno
il ritorno alla civiltà è veramente difficoltoso.
Ragazzini che urlano e schiamazzano...
gente che parla al cellulare...
macchine che passano....
Peccato non si possa stare sempre lassù
dove la vita è più vera e non ha bisogno
di tanti inutili orpelli.
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Camminando
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