il Ciarforon e la Becca di Monciair
si colorano anche le cime più basse
scoprire i loro nomi non è così semplice
piano piano proseguiamo verso la vetta che ora è
sempre più vicina
anche se, osservando quanto sono piccoli
i compagni di cordate intuisco che la strada è ancora lunga
e, vedendo dove passano, parecchio ripida
ma anche gli ultimi 400 mt di dislivello passano e
in circa 4h30 siamo in vetta !
siamo la terza cordata ad arrivare, partire così presto
è stata un'ottima idea
dietro di noi vediamo la traccia di salita piena di tanti
puntini neri
il tempo di qualche scatto al panorama
Splendido colpo d'occhio verso la zona di Cogne
saliamo fino al primo torrione,
poi alcuni di noi tentano di arrivare alla madonnina,
decido di lasciar stare, sono un pò stanca, sudata e inizio ad
avere freddo
per arrivare fin li occorre la giusta concentrazione
visto che ci sono alcuni passaggi esposti.
intanto parecchie cordate ci hanno raggiunto,
io e Mari avremo non pochi problemi
a scendere i 5 mt che ci separano al colletto.
Tutte le cordate tirano dritto senza fermarsi creando
un'ingorgo notevole sulla stretta traccia
verso la madonnina
alla fine riusciamo a fargli capire che vogliamo scendere
e il flusso di gente si ferma un secondo per farci passare.
Faccio ancora qualche scatto,
poi inizio ad avere freddo, prima poco poi sempre di più.
è una sensazione strana per me
che sono sempre calorosa
alcune delle nostre cordate sono già scese.
Approfitto di Andrea e gli dico che
DEVO scendere perchè rischio seriamente
di andare in ipotermia, sono troppo sudata e la lieve aria
mi sta facendo tremare di freddo
Siamo però senza corda, gli altri che sono scesi
si sono presi la sua, li ce n'è una,
alla madonnina stanno salendo in quattro
e a scendere saranno in sei.. la corda che hanno certo non gli basta.
Il ghiacciaio però è veramente bello, non c'è nessun
buco aperto
e ci sono metri di neve solida.
Andrea mi dice se mi fido a scendere slegata
e al mio assenso partiamo decisi.
Bastano pochi metri in movimento
e la situazione subito migliora,
ne approfitto e scatto una foto al Monte Bianco
visto che in salita non ne avevo fatte
mi dedico anche alla via
qui siamo nel'ultimo traverso che porta alla vetta
guardando in basso da metà schiena d'Asino
e guardando in su, sono quasi le 10 e c'è ancora
tanta gente che sale
Monte Bianco e seracchi
dal plateau sotto la schiena d'asino
si intravede la cima del Roc
ora mi sono scaldata, sosta tecnica per togliere
gli stati di vestiti in più
e per fotografare l'imponente seracco
e la vetta
compare anche la Grivola
e questo, anche se si capisce poco,
è uno dei tratti più ripidi a circa metà salita
siamo fuori dal ghiacciaio,
togliamo i ramponi e veniamo raggiunti dagli altri.
Hanno raggiungo la madonnina,
ma per arrivare e tornare da quei 15 mt
hanno impiegato due ore di orologio.
Sono rimasti imbottigliati
nel caos delle altre cordate .
da qui su nevaio e poi seguendo la pietraia
torniamo al Vittorio Emanuele.
Meritata sosta di un'oretta
e si riparte.
Mancano ancora 700mt di discesa.
E un'altro 4000
è stato fatto.
Devo dire però che mi ha un pò deluso,
nonostante la bellezza del posto,
la fatica dell'itinerario
una volta in vetta ho provato una strana sensazione,
come se mancasse ancora qualcosa.
Forse perchè è una cima abbastanza isolata
e completamente differente dal Monte Rosa
dove, una volta in vetta, ti si apre un mondo di altre cime.
Resta comunque una splendida montagna,
da fare almeno una volta nella vita !
il dislivello complessivo è di quasi 2000mt
di cui 700 per arrivare al Vittorio Emanuele.
in totale tra salita e discesa sono 21 km.
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