La roccia è bella anche se freddissima,
le catene sono state cambiate da poco,
si sale, nonostante il ghiaccio, abbastanza velocemente
Come sempre Andrea riesce a darmi la serenità
necessaria per procedere senza intoppi,
oggi mi sto proprio divertendo anch'io,
niente ansie, niente paura,
che potere ha un pezzo di corda a cui stare legati !!
all'uscita della placca
ci aspetta un'altro traverso erboso
e poi l'ultimo pezzo di arrampicata,
davanti a noi è ben visibile la cima ormai sgombra di nubi
anche il mondo alle nostre spalle pian piano compare
aggiriamo un'altro sperone roccioso
e ricominciamo a salire,
ora catene non ce ne sono più,
si sale seguendo canali franosi e camini
Intuendo la via di salita "a vista".
ogni tanto compare qualche bollo che ci fa capire
che tutto sommato siamo sulla strada corretta.
un pò di svizzera
Ed eccoci finalmente in vetta,
qui troviamo Valentino che ci aveva sorpassato quasi correndo
alla fine della placca verticale.
La croce di vetta sembra voler abbracciare tutte le montagne
che la circondano, e da quassù se ne vedono proprio tante, dal
Rosa fino all'alta Valtellina
e le orobie, elencare tutti i nomi è un'impresa per me impossibile
questa è una piccola parte del panorama che si gode
da questa stupenda cima,
si parte dalla Valchiavenna fino alla Valtellina
(se cliccate sull'immagine potete vederlo a risoluzione maggiore)
e non può mancare lo scatto di vetta
uno sguardo verso il lago dell'Inferno
e uno verso il Lago di Trona
e .. sorpresa !!! chi di vede anche da quassù?
LUI, il Pizzo Scalino !!!
il Rosa e il Cervino
Legnone
Grigne
Orobie, sei file ininterrotte di montagne e valli
Chiacchieriamo un pò con Valentino
e chiediamo informazioni sulla "via normale" di discesa
citata dalla relazione. Lui dice che è fattibile con un pò
di attenzione,
decidiamo di percorrerla per evitare
di passare ancora sui sassi ghiacciati.
Beh... questa via di normale non ha proprio nulla!!
a cominciare dalla prima placca ripida,
cosparsa di sassolini franati
e senza nessuna possibilità di legarsi e far sicura.
sotto di noi un bel salto nel vuoto,
dritto nel lago Rotondo..
in questa immagine ripresa dal basso ho segnato dove passa la via,
dopo la placca si traversa su ripida erba per 5 o 6 metri.
gli unici appigli sono rare radici e l'erba stessa!!!
poi si scavalla un sasso, e un paio di metri di terreno franoso
(ovviamente in costante esposizione sul vuoto!)
aggiriamo lo sperone roccioso ridiscendendo
su sassi franosi per circa una ventina di metri,
dopo aver superato un passaggio molto esposto
in cui Andrea mi lega,
si risale lungo un canale di massi instabili,
fino a raggiungere la sella erbosa sulla sinistra.
Da qui si scende per prati ripidi su traccia di sentiero
fino a raggiungere il lago Rotondo,
ora le difficoltà son finiti, ma mancano ancora 7 km
di sentiero per arrivare alla macchina.
non è tardissimo ma i colori del tramonto
iniziano già a vedersi sulle montagne
Scendiamo in direzione del Lago di Trona,
il Disgrazia continua a farci compagnia,
insieme a un paio di camosci troppo lontani per essere
immortalati.
uomo sagoma
iniziamo a intraveder il Lago di Trona.
da qui, nella parte in ombra,
c'è ancora una lunga discesa e un lunghissimo traverso per raggiungerlo
Seguiamo la traccia che passa più in alto del lago
e finalemente raggiungiamo il bivio del mattino,
da qui riprendiamo il lungo traverso che aggira il Pizzo del Mezzodì.
ora possiamo goderci il panorama che non abbiamo visto al mattino,
come pensavamo è spettacolare,
la calda luce del tramonto inizia a colorare il Disgrazia
sarebbe bello avere il tempo e la freschezza necessaria
per restare qui a godersi lo spettacolo, ma purtroppo
bisogna scendere e anche in fretta.
Arriviamo alla macchina con il primo buio,
dopo aver percorso 16km
e 1400 metri di disilvello.
Stanchi ma soddisfatti,
anche oggi la montagna ci ha regalato
tante emozioni,
partire nella nebbia, godersi il mare di nubi
e tornare a valle con uno splendido tramonto.
Cosa si può volere di più ?
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Camminando
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